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Chi aiuta le StartUp?

Sta sviluppandosi un nuovo modello di business: quello di prendere per mano le StartUp e aiutarle a svilupparsi, finanziandone l’attività attraverso denaro prelevato dal mercato, ad esempio dai cosiddetti Business Angels, singole persone che vogliono differenziare gli investimenti del proprio capitale.

È l’attività a cui si dedicano advisors e mentors, che della ricerca del “dove capitalizzare e accelerare” fanno, appunto, il loro modello di business.

Guido Pezzin, advisor per LVenture Group, dedito in particolare all’are di innovazione digitale, sintetizza affermando che occorre “scegliere una specifica area di mercato, assistere e supportare per un certo periodo il team che ha in carico lo sviluppo dell’idea/progetto e, se questa viene ritenuta vincente, capitalizzare la società per qualche migliaia di euro”.

Ci sono anche i Coach che organizzano incontri/sessioni in cui i giovani vengono invitati a presentate nuove idee, a definirne l’utilità, i possibili clienti e mercati, a ideare su queste basi il modello di una nuova azienda, a redigere un business plan per favorire l’investimento nella nuova Azienda creata. I Coach si affiancano a questi giovani anche per cercare finanziatori, come ad esempio venture capital che acquistino quote della società, o finanziamenti agevolati.

Poi, ci sono i “volontari delle startup”: generalmente, si tratta di ex-manager a disposizione gratuita di StartUp, per aiutarle con la loro esperienza. Un esempio: il Gruppo di Volontariato professionale di Manageritalia Milano per le Organizzazioni di Volontariato no profit.

In ogni caso, affiancare una StartUp nelle sue diverse fasi di evoluzione è un mestiere che richiede Competenza ed Esperienza: Business Athletics è al tuo fianco per aiutarti in questa corsa!

Da:”Affari e Finanza” del  28 novembre 2016, estratto da pag. 39 – Titolo originale: “I manager che aiutano le startup”  a firma: Patrizia Capua

Liberi professionisti: il vostro sogno è di essere imprenditori?

Vi segnaliamo che la Regione Lombardia apre la prima tranche di un bando di 16 milioni di euro non solo per le Mpmi della Regione (purchè iscritte nel Registro delle Imprese da non oltre 24 mesi), ma anche per i liberi professionisti, in attività da non oltre due anni, pure se appartenenti alle categorie di professioni sinora escluse dalla possibilità di accesso alle startup.

Nell’articolo del Corriere della Sera (link) troverete i requisiti necessari alla partecipazione: vi annotiamo i più rilevanti.

  • Iscrizione a un albo professionale in Lombardia o aderenti a una delle Associazioni presenti nell’elenco del Ministero dello Sviluppo Economico
  • Il progetto deve essere corredato da un Business Plan
  • le spese totali ammissibili: almeno 41.700 euro
  • la domanda deve essere relativa ad un progetto attuabile in 18 mesi.

La richiesta di contributo va trasmessa online attraverso il portale Siage della Regione entro il dicembre 2020 e il contributo regionale verrà erogato in due tranche. Esso coprirà:

  • il 60% delle spese sostenute (acquisto di beni, costi di eventuale personale, affitti e servizi di consulenza)
  • oppure sino al 65% se il progetto è caratterizzato da un elevato contenuto tecnologico o è presentato da under 35 o over 50 anni.

In ogni caso, il finanziamento minimo è di 25000 euro e quello massimo di 65000 euro, dei quali il 90% a rimborso e il 10% a fondo perduto.

L’opportunità merita attenzione perché strumento importante per chi intraprende un progetto di evoluzione professionale così ambizioso.

L’attività di Coaching di Business Athletics si affianca per sostenere il neo-imprenditore nello Sviluppo della propria Iniziativa di Impresa: ti aiutiamo a realizzare il tuo futuro!

Buona lettura.

 

Start-up e Internazionalizzazione

Il riferimento serio è al Corriere della Sera e all’articolo di Edoardo Segantini (link a fondo pagina), quello divertente è all’ultimo film di Zalone.

Cosa li accomuna: il posto fisso!

Ebbene: Segantini esprime chiaramente il proprio punto di vista sul fatto che gli italiani (lui si riferisce, in modo particolare, alla piazza di Milano)  sono pronti a un grande cambiamento: “In questa città i giovani che fondano nuove aziende, hanno voglia di fare, vanno a lavorare all’estero, insomma che si mettono alla prova non sono «culturalmente» diversi dai loro coetanei che vivono a Londra, Parigi, Barcellona o Amsterdam”, così come chiarisce senza mezzi termini i motivi per cui una neo-impresa ha difficoltà a diventare grande: “Il nostro limite dipende, molto di più, da un sistema finanziario che, pur non privo di gente in gamba, nel suo insieme e per dimensioni non è neppure paragonabile a quello inglese. E questa è la ragione che spinge i più audaci tra gli aspiranti imprenditori, dopo aver racimolato due o trecentomila euro in patria ai primi round di finanziamento, ad espatriare verso altri lidi alla ricerca di capitali più coraggiosi e abbondanti.

E Zalone? Chi ha visto il film assiste a una disperata difesa del posto fisso per poi capitolare – solo alla fine – in nome… dell’amore. Già, ci vuole l’amore perché il protagonista abbandoni una storia professionale e una cultura familiare dalla quale non potrebbe mai autonomamente prendere le distanze.

La realtà secondo me? Mi trovo frequentemente a fare coaching a startupper che hanno una bella idea ma non sanno come realizzarla: le strutture, mi spiace dirlo, sono poche – e quelle che ci sono faticano a dare un supporto operativo a chi si cimenta per la prima volta con un obiettivo così importante come avviare una propria impresa. E i soldi? Diventano quasi sempre l’elemento centrale perché sono la prova del 9 per chi deve fare quadrare i conti tra le proprie ambizioni e lo stipendio da portare a casa. Dice Zalone riferendosi a chi ha perso il posto fisso: “condannato alla partita iva”.

Abbiamo un bel po’ di strada da fare, ma ciò che è davvero bello è che già in tantissimi abbiamo varcato la soglia di casa. In così tanti, mi piace pensare che a chi cerca aiuto verrà dato aiuto.

(rif. articolo Corriere della Sera: http://archiviostorico.corriere.it/2016/gennaio/23/idea_una_citta_internazionale_co_0_20160123_00a621ea-c19a-11e5-b65b-7dd022ab4cbe.shtml?refresh_ce-cp).