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A cosa rinuncereste della vostra Impresa?

I quotidiani ci stanno riportando periodicamente approfondimenti sulla notizia della riforma degli appalti in Italia che si fonderebbe sulla meritocrazia, ovvero prediligerebbe un sistema di selezione delle imprese secondo criteri quali l’offerta economicamente più vantaggiosa, unitamente al contenuto innovativo e tecnologico del progetto presentato.

http://www.edilportale.com/news/2015/06/lavori-pubblici/via-libera-dal-senato-alla-riforma-degli-appalti_46424_11.html

E ancora tra i requisiti si introduce l’analisi del fatturato, l’impiego di manodopera locale, e la “buona condotta” dell’impresa misurata rispetto la capacità di aver svolto progetti rispettando i tempi di consegna, senza creare contenziosi o spese extra per il committente.

Io credo nel sostegno alle imprese che puntano alla qualità, che investono sui propri valori di trasparenza, competenza, affidabilità avvalendosi di personale qualificato, valorizzandone il potenziale e ricercando il successo attraverso il coraggio del cambiamento. Aziende in cui trovano spazio l’innovazione, le nuove idee, il perfezionamento della qualità del proprio prodotto/servizio offerto al mercato.

Senza calarci strettamente nel mondo degli appalti, una impresa con queste caratteristiche può vantare in modo trasparente la propria condotta e puntare al successo che raggiungerà inevitabilmente se saprà ascoltare, condividere, creare il network adatto per arrivare al suo unico vero elemento di forza e sostegno: il consumatore.

Il cliente di oggi è cambiato, ci sta dicendo che è disposto a rinunciare al passato per chiederci qualcosa di nuovo che lo faccia vivere meglio: vuole aziende trasparenti e di “buona reputazione”.

Mosso da questi principi e dalla prestigiosa esperienza manageriale che ho avuto l’opportunità di maturare, sto lavorando a un progetto a sostegno delle imprese che credono sia giunto il momento di presentarsi al mercato in un modo nuovo, di cui potrò presentarvi i contenuti presto.

Nel frattempo vi propongo una riflessione: cosa sareste disposti a rinunciare per diventare una Impresa nuova e di buona reputazione?

Come sempre i vostri commenti potranno trovare ascolto e confronto nella sezione qui sotto dedicata.

Grazie.

“Il talento incontra l’ occasione”

Chi cantava Knockin’ on Heaven’s Door e chi si inventa oggi di bussare alle multinazionali per veicolare nuove idee di cambiamento : justknock.it

Credo che queste due giovani imprenditrici, grazie alla loro start up, siano giunte davvero al loro Paradiso. Solo 25 anni e 28 anni, una italiana, una messicana, mosse dal desiderio di «costruire porte dove ci sono muri».

Raccolgono nuovi progetti e idee innovative dai giovani, da chiunque abbia un talento da mettere a disposizione per incaricarsi di presentarle all’azienda giusta che renderà quel progetto un nuovo successo (all’attivo oggi lavorano con multinazionali quali Adidas group, Alessi, Artsana group, Boffi, Monviso, Valsoia, Poliform).

In realtà Justknock fa di più, ha creato un nuovo modo di far incontrare le aziende e i giovani, diffondendo un messaggio positivo e concreto nel mondo del business.

Nella corso delle mie esperienze manageriali mi sono spesso dato l’obiettivo di portare alla luce le potenzialità e il talento dei miei colleghi, allo scopo di valorizzare gli individui e far crescere le Aziende. Non immaginerete quanto è arricchente per una realtà già avviata riuscire a far emergere nuove attitudini dai propri collaboratori, semplicemente dando loro spazio, ascolto, rispetto e fiducia.

Conobbi una padre che più di 20 anni fa consigliò al figlio quattordicenne, che diceva di non avere voglia di studiare e desiderava andare a lavorare, di non cercarsi un lavoro, ma di apprendere un mestiere. Aveva ragione. Oggi in chiave moderna occorre allenare la mente per costruirsi il proprio progetto di vita lavorativa che colmi quelle necessità che ci aiutino davvero a vivere meglio e felici… esattamente come hanno fatto le fondatrici di JustKnock.

E i soldi? Beh, sembra che nel loro caso non siano stati un ostacolo per far decollare l’idea: queste ragazze hanno vinto un bando della Regione Lombardia e Camera di Commercio di Milano.

Il talento ha incontrato l’occasione“.

Buona lettura!

Regole per appassionarsi e fare l’imprenditore

L’articolo da cui traggo spunto oggi ci presenta il decalogo dell’impresa vincente. Una preziosa e aggiornata linea guida, frutto di studi in contesti internazionali di alti esponenti del mondo dell’economia, della finanza, di docenti e imprenditori.

http://corriereinnovazione.corriere.it/cards/idea-team-l-aiuto-nonna-10-regole-l-impresa-vincente/pioggia-consigli_principale.shtml

Vorrei portarvi il mio pensiero su due regole in particolare, tra le 10 citate: “non avere paura di fallire” e “il team”, che preferisco definire come “regole per appassionarsi a fare impresa oggi”.

Anche il più audace degli imprenditori, quando avvia una nuova strategia o un progetto, dentro di sé convive con l’incertezza del risultato. C’è chi la cela con austerità, chi la manifesta, ma in entrambi i casi si tratta di paura di fallire, che può ulteriormente essere declinata con il timore di perdere denaro, di non soddisfare un bisogno, di deludere qualcuno e ancor peggio se stessi.

Chi ha il coraggio di far nascere una start up oggi deve pensare, studiare, pianificare tante cose e può capitare di non decollare per la paura di non farcela.

Nella mia esperienza di Coach, posso rassicurarvi che questo aspetto può essere superato. Ognuno ha risorse individuali e tempi diversi per affrontare il rischio, ma la chiave di volta per realizzare i nostri progetti sono la forte consapevolezza di chi siamo e del valore aggiunto dell’esperienza, la passione che anima il nostro impegno e la fiducia verso gli altri.

“E se l’idea di una nuova startup può essere del singolo, l’esecuzione è gioco forza la realizzazione di un team”. Questo deve essere coeso, motivato, formato, specializzato, lo sappiamo tutti bene, ma se ci caliamo nei climi aziendali spesso i motivi di scollatura sono vari, l’entusiasmo iniziale sembra sbiadirsi tra i componenti della squadra e questa debolezza accresce la paura del fallimento e mina ancora di più il raggiungimento dell’obiettivo.

Partendo da questo “bug” e convinto della necessità di dover ambire a team 2.0, ho maturato il desiderio di costruire una squadra di professionisti e di innescare collaborazioni a catena, con esperienze qualificate a disposizione di imprenditori che ne scoprano la necessità.

L’obiettivo è di creare imprese vincenti perché si ricerca un cambiamento entusiasmante e arricchente per tutti coloro che vi partecipano.

Tornerò a parlarvene ancora, e più approfonditamente, raccontandovi lo sviluppo di questa iniziativa e chissà che, grazie anche alla vostra collaborazione, non ci ritroveremo ad avviare un progetto d’impresa insieme!