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StartUp: Ipo ed Exit – Investimenti e Bandi – Legge di Stabilità

STARTUP: SI APRE L’ANNO DELLE IPO E DELLE EXIT

Per superare il passaggio critico dall’idea alla ricerca dei fondi per realizzarla, il Politecnico di Milano (e Compagnia di San Paolo) finanzia la creazione di prototipi a partire dai brevetti, in modo da sottoporre alle aziende qualcosa di più concreto di una idea.

5 sono i gruppi di ricerca che hanno aderito, 12 quelli selezionati, relativi a idee progettuali molto diversificate tra loro, ai quali vengono concessi 40 mila gli euro come finanziamento iniziale, per aiutarle ad evitare quel limbo tipico di molte StartUp, che non è né la morte né il successo dell’idea.

Ricordiamo che sulle 6300 StatUp a livello nazionale, 935 sono a Milano, 539 a Roma e 299 a Torino: ma pare che il mercato italiano sia restìo a orientarsi verso prodotti innovativi.

Il presidente di I3p – l’incubatore del Politecnico di Torino – riporta che “su 500 idee di impresa/anno ricevute, solo 40 diventano StartUp, la metà è ammessa al percorso di incubazione, il 15% muore per idee insostenibili o team con scarsa maturità imprenditoriale. Consentire di fare un prototipo aiuta anche a far crescere il gruppo”.

Secondo State of Startup (indagine della società First Round), per Ipo, exit e acquisizioni il 2017 potrebbe essere un anno proficuo e, nonostante il rischio “bolla” sul settore, può essere il momento di affacciarsi sul mercato, si intravedono sbocchi su quotazioni in Borsa e intensificazione delle attività di M&A.

INVESTIMENTI IN STARTUP

La previsione di investimenti europei 2016 in StartUp e aziende tech è di 13,6 miliardi di dollari (report di State of European Tech). Ecco i 5 settori a più elevato finanziamento dei venture capitalist:

  • 1300 M€ per l’industria musicale
  • 1100  M€ per servizi finanziari
  • 913  M€ per software di impresa
  • 785  M€ per la moda
  • 663  M€ per il food.

Ma gli investimenti purtroppo avvengono nelle prime fasi operative delle aziende (seed, primo finanziamento) e non nel momento più critico della loro crescita (round series A e seguenti), quando abbisognano di investimenti per proseguire nella loro attività e realizzare un profitto. In un range temporale medio di 3 anni per chiudere almeno due round:

  • la percentuale di aziende che passano dalla fase seed a un round di series A è diminuita dal 33% (dato 2009) al 21% (dato 2013)
  • la percentuale di quelle che conquistano la series B è diminuita dal 16% all’8%.

Secondo una analisi (Atomico), le StartUp più promettenti mirano a farsi assorbire dai colossi internazionali (USA e Cina intesta), piuttosto che continuare a crescere con mezzi propri.

Ciononostante, il numero di StartUp con valutazione superiore al miliardo di dollari (“unicorni”) è aumentato da 31 a 37.

La quota più rilevante degli investimenti (5,8 miliardi di dollari nei primi 9 mesi dell’anno) si è registrata in UK e Germania (contro i 7,8 miliardi del resto d’Europa).

L’Italia è purtroppo si posiziona male in questa graduatoria, con soli 35 milioni di euro nel primo semestre, anche se “sta risalendo faticosamente la china”.

L’articolo citato a fondo pagina riporta la tabella completa degli investimenti in StartUp tech della UE.

È APERTO IL BANDO Myllenium Award

Il “Myllenium Award” è riservato alle nuove e più importanti eccellenze italiane nei campi di saggistica, lavoro, giornalismo, imprenditoria, cinema e architettura. Il premio varia con la tipologia dei campi suddetti e può essere in denaro, in finanziamenti alle StartUp innovative, in facilitazioni dei contatti con la Pubblica Amministrazione e molto altro.

LEGGE DI BILANCIO 2017ANCORA UN IMPULSO ALLE STARTUP

Con l’art.1,comma 66, legge 232/2016 si cerca di favorire le StatUp innovative migliorando le agevolazioni fiscali per coloro che investono in esse: la detrazione prevista dall’art.29 DI 179/2012 viene portata a regime. Non solo: vengono aumentati i parametri di riferimento della agevolazione:

  • sia per le persone fisiche: passa dal 19% al 30% la percentuale per il calcolo della detrazione Irpef e viene portato a un milione di euro il limite annuo di somme detassabili
  • che per le imprese: sale al 30% la quota delle somme investite nelle StartUp che può essere portata in deduzione dal reddito di impresa (limite di investimento annuo fermo a 1 milione 800 mila euro). Le partecipazioni attraverso le quali si è investito dovranno però essere detenute per almeno 3 anni.

Vengono uniformate al 30% le percentuali di detrazione Irpef e di deduzione Ires per le StartUp a vocazione sociale e per quelle che sviluppano servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico.

La legge di bilancio 2017, oltre a migliorare le agevolazioni fiscali per le StartUp innovative, rivede anche:

  • il credito di imposta per le attività di R&D
  • i benefici della nuova Sabatini
  • disposizioni agevolative dei super e iperammortamenti
  • la possibilità di cumulo di queste agevolazioni.

Non vengono previste forme di divieto sull’utilizzo dell’incentivo, qualora si intenda di utilizzare per lo stesso un altro contributo pubblico (sono ad esempio permesse forme di combinazione fiscale fra investitore e StartUp). L’articolo citato a fondo pagina esemplifica i vantaggi ottenibili da situazioni di cumulo e di work for equity (caso in cui parte delle attività di R&D fossero utilizzate da un soggetto per farsi coinvolgere nella compagine sociale, convertendo la sua prestazione in un aumento di capitale).

Buona lettura!

Da:”La Repubblica” , 3 gennaio 2017, estratto da pag. 1.19 – Titolo originale: “2017, le 10 invenzioni per entrare nel futuro”,  a firma: Jaime D’Alessandro

Da: “La Stampa” del 3 gennaio 2017, estratto da pag. 47 – Titolo originale: “Dalle idee alla realtà. Così un progetto diventa una start-up”,  a firma: Fabrizio Alessandri.

Da: “Il sole 24 ore” del 3 gennaio 2017, estratto da pag. 23 – Titolo originale: “Startup/2: si apre l’anno delle ipo e delle exit. Ottimismo per il 2017, ma 1 su 2 teme la bolla”,  a firma:Alb.Ma

Da: “Il sole 24 ore” del 3 gennaio 2017, estratto da pag. 23 – Titolo originale: “Gli investimenti europei in startup a 14 miliardi”,  a firma: Alberto Magnani

Da: “Il tempo” del  31 dicembre 2016, estratto da pag. 24 – Titolo originale: “Via al bando per il Myllenium Award”,  a firma:– (link)

Da: “Il sole 24 ore” del 3 gennaio 2017, estratto da pag. 1.30 – Titolo originale: “Per le Innovative la detrazione Irpef raggiunge il 30%”,  a firma: Luca Galani

Da: “Il sole 24 ore” del 3 gennaio 2017, estratto da pag.30 – Titolo originale: “Gli incentivi coprono l’80% dell’investimento”,  a firma: Emilio Abruzzese

StartUp Innovative: risultati e prospettive

Nei giorni scorsi sono usciti su alcuni giornali finanziari diversi articoli relativi al mondo delle StartUp per illustrarne luci e ombre.

La prima annotazione è relativa ai finanziamenti.

Sono attivi i finanziamenti bancari del fondo di garanzia per le per le PMI, cui è possibile accedere gratuitamente e in modo semplice. La copertura della garanzia è pari all’80% del prestito erogato da un Istituto di credito, per un massimo di 2,5 mln di euro. Marco Ottaviano fa il punto della situazione sul numero delle StartUp finanziate (1239 al 30 settembre 2016), sull’importo dei finanziamenti concessi (oltre 300 mln complessivi per le StartUp innovative al 30 settembre, su un fondo di garanzia di oltre 490 mln) e sul numero delle start-up beneficiarie insolventi (5 casi). (1)

Nel Piano industria 4.0 del Mise è previsto che “le partecipate, in fase di startup, da società quotate (per almeno il 20%), se le perdite si riferiscono ad una nuova attività produttiva, potranno monetizzare le perdite realizzate nei primi tre periodi d’imposta di attività cedendole alla capogruppo”. Le detrazioni fiscali vigenti salgono al 30% per gli investimenti in StartUp e PMI innovative. (2)

Si ripete spesso il termine “innovative” a proposito di StartUp: ricordiamo che rientrano in questa fattispecie quelle società (di capitali o cooperative) che “sviluppano, producono e commerciano beni e servizi ad alto valore tecnologico, con un limite fatturato di 5 mln di euro/anno”.

Ad esemplificare il significato del temine innovazione introdotto dalle StartUp, Stefania Aoi nella presentazione dello Smau di Milano, riporta il caso di “congegni digitali (StartUp La Comanda) che ricorda all’anziano di prendere le medicine e avvisa medico e familiare se questo non avviene”, oppure di “aiuto agli imprenditori agricoli (StartUp Evja) per analizzare i dati sull’umidità del terreno, le temperature e per aiutare a decidere come muoversi per migliorare la produttività anche del 20%”. Sono esempi che rientrano nell’ambito della “Fabbrica 4.0”, la fabbrica “sempre più robotizzata e digitalizzata”; ma l’innovazione si estende anche a contesti molto diversi, come commercio, turismo, agricoltura, digital marketing, web design, e-commerce, social media per il business, tecnologie relative alla internazionalizzazione delle imprese.(3)

La seconda annotazione è relativa agli investitori.

Dal 2014 è in continuo aumento il capitale impegnato dagli investitori nelle StartUp innovative, sia come investimento totale che rapportato alla singola startup. Tale risultato potrebbe essere determinato da due fattori congiunti: la maggiore facilità e il minor costo di avvio di questo tipo di impresa (fondi di venture capital, business angel individuali o di gruppo). Oggi in Italia si coglie un fermento di idee e di capitali, questi ultimi anche da parte degli operatori professionali (pure stranieri, attratti dalla creatività italiana e dal made in Italy); ed è più facile l’incontro fra StartUpper e fondi. Sono molto appetibili dagli investitori stranieri le StartUp che operano nei settori automazione, biomedicale e ambiente.

Le startup italiane che fatturano intorno al milione di euro sono già alcune centinaia. (4)

La terza annotazione riguarda i risultati, a proposito dei quali non tutti condividono per le StartUp una visione incoraggiante.

Anche se attraenti, dopo quattro anni dalla loro comparsa, le StartUp innovative sono ancora poche nel quadro imprenditoriale del nostro paese (sono lo 0,38% delle società di capitali: fonte Federnotai). Si tratterebbe di iniziative prese per lo più da giovani che faticano a trovare una occupazione stabile e che aggregano altri soggetti come loro, formando una società che “ha mediamente il quadruplo di soci rispetto alle aziende delle società di capitali”. Secondo la stessa fonte, “il Registro delle imprese a luglio 2016 (dati riferiti a fine 2014) dicono che solo il 43,46% delleStartUp ha conseguito un utile (contro il 61,74 delle società di capitali tradizionali)”.(5)

Con le agevolazioni di cui al decreto “Crescita 2.0”, dal 2012 il numero delle StartUp di questo tipo è aumentato al ritmo di 140/150 al mese; in particolare è brillante il dato relativo alla Lombardia. Ma se a prima vista questi dati entusiasmano, con le StartUp in assoluto parliamo di poche aziende, abbiamo detto lo 0,38% di aziende su 1,5 milioni di Società di capitali. (6) Il tasso di sofferenza per le start up innovative costituite negli ultimi 3 anni ammonta allo 0,3%.

Anche il confronto con i dati analoghi degli altri paesi, per quanto attiene investimenti e numero delle StartUp, risulta deludente. Intanto, secondo quanto riporta Giacomo Susca, le difficoltà che tali imprese incontrano non è molto dissimile da quello delle aziende tradizionali, compresi gli aspetti burocrazia, accesso ai capitali, tassazione. Poi, si constata che la metà di queste nuove aziende “scompare” nel giro di un anno e molte “proseguono barcamenandosi”.

Va rilevato, tuttavia, che il dato non sembra molto dissimile da quanto avviene in altri paesi, come gli Stati Uniti, dove il 50-70% delleStartUp non supera un anno di attività. Danilo Iervolino (Università telematica Pegaso) scrive che “In Italia chi intraprende questa strada, spesso la vede come una scorciatoia per entrare nel mondo imprenditoriale. Però si scontra subito con la dura realtà: non trova sponsor, quando le cose vanno bene nel 70-80% dei casi si raggiunge il pareggio di bilancio non prima di 3 anni. Si chiede di fare innovazione ma non ci sono gli impianti normativi che la favoriscono”.

Infine, ultima annotazione, si sottolinea che risulta basilare il ruolo degli incubatori nelle prime fasi di lancio dell’impresa e degli acceleratori di impresa – attraverso coworking e consulenze – nelle fasi immediatamente successive di ricerca di potenziali investitori. Alberto Fioravanti (Digital Magics) che opera  nel campo della selezione delle StartUp più promettenti per presentarle a potenziali investitori, sottolinea che risulta ovviamente fondamentale la conoscenza dell’area e del mercato cui si intende rivolgersi; nell’area del digitale, ad esempio, per avere successo una StartUp deve avere un impatto su un mercato almeno europeo, non essere cioè limitato a quello italiano.

Nella ricerca dei potenziali investitori, costituisce poi un approccio fondamentale il saper loro spiegare in modo semplice e in pochi secondi la propria idea e chiarire i rapporti che essa ha con tutto ciò che spazia dalla tecnologia al marketing. (7)

Buona lettura!

(1) “Startup  innovative, incubatori certificati:  finanziamenti.” Articolo di Marco Ottaviano, su “Italia Oggi” del 14 ottobre c.a. pag.34

(2) “Al fondo di garanzia subito 1 miliardo”. Da Il Sole 24 ore, pag.9 del 16 ottobre 2016” a firma Carmine Fotina Link

(3) “Investitori e grandi imprese incontrano 200 start up”. Da Affari e finanza” del 17 ottobre 2016, pag.69. a firma Stefania Aoi Link

(4) “Cresce il ruolo di venture capital e business angel”. Da Affari e finanza” del 17 ottobre 2016, pag.70 Link

 (5) “Molti soci e pochi utili, le start up innovative piacciono ma sono ancora troppo poche”; da “Affari e finanza”  del 17 ottobre 2016, pag.61. Link

(6) “Start up innovative in salute”. Da “Italia Oggi”, del 17 ottobre 2016, pag.16 , a firma Cinzia De Stefanis Link

(7) “Uno su mille ce la fa”. Da “Il Giornale” del 17 ottobre 2016, pag. 1,15,16. A firma Giacomo Susca Link

Cina-Italia: novità per le StartUp

Da “Il sole 24 ore” leggiamo e sintetizziamo due importanti articoli sulle StartUp:

H-Farm, alleanza con i cinesi di Qwos per esportare startup italiane”.

La piattaforma italiana di innovazione e acceleratore di imprese H-Farm e la cinese QWos – operatore nell’intermediazione di investimenti cinesi – hanno raggiunto una intesa finanziaria ( il “Marco Polo Accelerator Program”) per facilitare l’ingresso di start up italiane nel mercato cinese.

Il programma prevede:

  • entro fine anno, la selezione di 5-10 start up fra quelle candidate, che dovranno risultare già iscritte alla Camera di Commercio (la richiesta di partecipare alla selezione va presentata entro il prossimo 30 novembre)
  • per il prossimo anno, la realizzazione dell’accordo.

Mentre l’H-Farm provvederà alla preparazione e formazione delle imprese selezionate, la QWos cercherà gli investitori cinesi, “interessati a progetti altamente innovativi” (2,2 milioni di euro per ogni progetto e 4 investitori per ogni start up). QWos, inoltre, affiancherà le start up italiane nell’ingresso del mercato cinese. L’affiancamento agli startupper italiani si attuerà anche con la partecipazione di due studenti Mba della Tsinghua University.

Saranno favorite le start up che punteranno sulla “eccellenza made in Italy

Link all’articolo

Sempre per restare in tema di rapporti Italia-Cina, da “Il Sole 24 ore” del 4.10.2016 vi segnaliamo un altro interessante articolo:

La Cina cerca idee? Maxi investimento sulle start up”.

L’articolo mostra l’andamento degli investimenti in start up effettuati dal governo cinese dal 2010 (9 milioni di dollari) al 2016 (142 milioni di dollari), con oltre 1.500 incubatori fondati in meno di due anni. Un boom di investimenti il cui scopo era quello di affiancare strategicamente, agli investimenti nell’industria nazionale, investimenti nelle PMI del tech. Nel primo semestre 2016, dai fondi venture capital – a fronte di una raccolta di fondi di capitale di rischio di circa 330 miliardi di dollari – sono stati investiti 37 miliardi di dollari in giovani aziende cinesi del settore tech. L’articolo cita i dati di pagamento online Ant Financial, del marchio hardware Xiaomi e Didi.

Il governo cinese, al fine di far crescere iniziative imprenditoriali, dal 2014 ad oggi ha promosso la nascita di 1600 piattaforme hi-tech (in Italia, pur senza voler fare raffronti che sarebbero assurdi, sono state 41).

Marco Mistretta (CEO di IngDan Italia) precisa che i terreni più fertili per le nostre imprese start up “sono il Food e il Fashion, senza trascurare comunque i settori di maggiore interesse realtà virtuale, robotica, intelligenza artificiale, gaming”.

Buona lettura!

Link all’articolo