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Regole per appassionarsi e fare l’imprenditore

L’articolo da cui traggo spunto oggi ci presenta il decalogo dell’impresa vincente. Una preziosa e aggiornata linea guida, frutto di studi in contesti internazionali di alti esponenti del mondo dell’economia, della finanza, di docenti e imprenditori.

http://corriereinnovazione.corriere.it/cards/idea-team-l-aiuto-nonna-10-regole-l-impresa-vincente/pioggia-consigli_principale.shtml

Vorrei portarvi il mio pensiero su due regole in particolare, tra le 10 citate: “non avere paura di fallire” e “il team”, che preferisco definire come “regole per appassionarsi a fare impresa oggi”.

Anche il più audace degli imprenditori, quando avvia una nuova strategia o un progetto, dentro di sé convive con l’incertezza del risultato. C’è chi la cela con austerità, chi la manifesta, ma in entrambi i casi si tratta di paura di fallire, che può ulteriormente essere declinata con il timore di perdere denaro, di non soddisfare un bisogno, di deludere qualcuno e ancor peggio se stessi.

Chi ha il coraggio di far nascere una start up oggi deve pensare, studiare, pianificare tante cose e può capitare di non decollare per la paura di non farcela.

Nella mia esperienza di Coach, posso rassicurarvi che questo aspetto può essere superato. Ognuno ha risorse individuali e tempi diversi per affrontare il rischio, ma la chiave di volta per realizzare i nostri progetti sono la forte consapevolezza di chi siamo e del valore aggiunto dell’esperienza, la passione che anima il nostro impegno e la fiducia verso gli altri.

“E se l’idea di una nuova startup può essere del singolo, l’esecuzione è gioco forza la realizzazione di un team”. Questo deve essere coeso, motivato, formato, specializzato, lo sappiamo tutti bene, ma se ci caliamo nei climi aziendali spesso i motivi di scollatura sono vari, l’entusiasmo iniziale sembra sbiadirsi tra i componenti della squadra e questa debolezza accresce la paura del fallimento e mina ancora di più il raggiungimento dell’obiettivo.

Partendo da questo “bug” e convinto della necessità di dover ambire a team 2.0, ho maturato il desiderio di costruire una squadra di professionisti e di innescare collaborazioni a catena, con esperienze qualificate a disposizione di imprenditori che ne scoprano la necessità.

L’obiettivo è di creare imprese vincenti perché si ricerca un cambiamento entusiasmante e arricchente per tutti coloro che vi partecipano.

Tornerò a parlarvene ancora, e più approfonditamente, raccontandovi lo sviluppo di questa iniziativa e chissà che, grazie anche alla vostra collaborazione, non ci ritroveremo ad avviare un progetto d’impresa insieme!

Ti senti uno startupper?

Lavoro accanto a imprenditori e azionisti, e oggi mi perfeziono per sostenere questi stessi imprenditori nei loro progetti di crescita: è abbastanza naturale appassionarsi alla nascita e allo sviluppo di idee che prendano la forma di progetti, di nuove imprese, di iniziative orientate a dare il proprio contributo alla comunità.

Per questo motivo io stesso ho dato vita alla mia startup!

Ho provato a immaginare uno studente, un impiegato, una mamma: cosa li può spingere ad affrontare la complessa idea della nascita di una nuova impresa?
Indagini di mercato, business plan, strategie di comunicazione e vendita, conti economici, sono basi fondamentali su cui si costruisce il successo di una impresa eppure… vi sembrerà strano, ma non si parte da qui!

Uno startupper parte da un desiderio, una speranza di felicità, a volte una necessità!
Quella di realizzare qualcosa per sé, talvolta per qualcun altro. E’ mosso da quella passione che gli fa mettere da parte la paura e lo invoglia a documentarsi per imparare, a condividere la sua idea per accogliere consigli e poter lavorare insieme ad altri generatori di idee e quindi di soluzioni, a prendersi delle responsabilità, e soprattutto a ricercare (non temere) il cambiamento.

Ho letto un articolo che parla di una piccola imprenditrice statunitense (ma poco importa la nazionalità) Hailey’s Harvest di 9 anni. Vi incuriosirà visitare la su pagina Facebook, ma ancora di più vi porterà a chiedervi se è il pensiero del profitto o davvero altro che rende le persone capaci di costruire qualcosa di veramente nuovo.

Hailey sente il bisogno di aiutare gli homeless e coltiva per loro un orto che arriverà a produrre entro il 2015 circa 100 kg di cibo, ha il progetto di creare per loro degli alloggi dotati di pannelli solari, isolati da jeans riciclati e con connessione internet per agevolarli nel trovare un lavoro, e ha lanciato una campagna di crowdfunding GoFundMe per raccogliere fondi utili all’acquisto di indumenti e prodotti per l’igiene personale.
Grazie alla semplice documentazione dell’evoluzione del suo progetto su Facebook, ha già raccolto 39mila dollari che corrisponde al triplo del suo obiettivo iniziale.

Hailey ha innescanto un cambiamento!
Ognuno di noi ne è potenzialmente capace, ognuno di noi è uno startupper.

Condividiamo le nostre idee, facciamole conoscere: #tidicolamiaidea

…e a Hailey il nostro… I Like - Button

L’innovazione in chiave 4.0 diventa realtà

Ancora una volta la creatività  come elemento fondamentale per creare nuove realtà, creatività applicata come principale leva per la nascita della nuova era Industriale 4.0. Creatività che genera nuove tecnologie smart ma soprattutto un nuovo modo di fare Impresa e di soddisfare l’attuale domanda di prodotti e servizi. In un periodo di recesso, studi del Policlinico ci lanciano un messaggio positivo e dichiarano la reale possibilità di invertire questa tendenza e recuperare efficienza e produttività nel settore manifatturiero.

L’articolo originale lo trovate qui