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Cosa sta cambiando nel mondo delle Imprese?

Lo sviluppo della tecnologia informatica promossa dal Piano Industria 4.0 sta determinando una rilevante evoluzione delle aziende, costrette a operare su un mercato globale sempre più digitalizzato. La catena globale del valore per le imprese nate dalla spinta del progresso tecnologico e dalla globalizzazione dei mercati, ha portato alla delocalizzazione delle fasi produttive nei paesi emergenti, soprattutto nel caso di aziende che necessitano di un elevato impiego di manodopera.

Oggi, tuttavia, la tendenza alla delocalizzazione sembra in fase di esaurimento, se non di inversione, a seguito dello sviluppo della tecnologia digitale e della robotica. Riprendiamo due articoli apparsi su “L’impresa” del 31 maggio scorso che fanno il punto sulle conseguenze, nel mondo delle Pmi, dell’evoluzione della digital transformation e della integrazione delle tecnologie Ict nel processo produttivo.

In particolare, nei settori del manifatturiero e dei servizi high tech:

  • robotica e intelligenza artificiale (la Robot Economy) vengono impiegate per eseguire nuove attività lavorative a un costo inferiore a quello umano
  • mobile, cloud computing, analisi dei big data, soluzioni tecnologiche (Digital Analytics, User Experience) per interpretare al meglio i dati di business ai fini tattici e strategici, dovrebbero determinare un elevato cambiamento organizzativo, il miglioramento delle prestazioni complessive di business e l’aumento del ROI.

La digitalizzazione diventerà un fattore strategico anche per la competitività, sia per l’arricchimento che apporterà al servizio, sia per la raccolta di dati sulla operatività giornaliera che renderà possibile migliorare l’efficienza dei processi, cioè produttività e catena del valore. In fine, aumenteranno gli input forniti alla R&D.

Se da un lato questo rende credibile l’ipotesi di rilancio della crescita nel medio termine, dall’altro implica una scelta sugli investimenti da parte delle imprese per la realizzazione del salto tecnologico sopra descritto.

Quando StartUp e Pmi utilizzano tecnologie digitali innovative riescono a crescere due o tre volte più velocemente; per i prossimi 5-10 anni è prevista una crescita esplosiva di questo comparto, sia nelle Pmi che nelle grandi imprese, e questo porterà forti incrementi sia nella produttività che nei livelli occupazionali. Ma gli indicatori relativi a questi aspetti evidenziano che in Italia questo processo è più lento che negli altri paesi UE.

Il Piano 4.0 per il periodo 2017-2020 incentiva gli investimenti innovativi, le infrastrutture di rete, lo sviluppo di competenze e know-how attraverso un iper-ammortamento (in aggiunta agli incentivi già in essere, come la Nuova Sabatini, il Super-ammortamento, il credito d’imposta per la ricerca, la Patent Box) del 250% per gli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie che rendano possibile la trasformazione delineata dal Piano stesso.

Si ritiene che i primi investimenti delle Pmi riguarderanno la information technology, per giungere a un sistema manifatturiero digitalizzato e interconnesso, per realizzare una produzione di serie customizzata, gestire i rapporti di filiera, sviluppare la meccatronica e la robotica. Si ritiene che dovrebbero invece rallentare gli investimenti in macchinari a media-alta tecnologia. Ma, al momento, sembra che le aziende italiane, salvo qualche eccezione:

  • privilegino l’approccio a un miglioramento del modello di business esistente, piuttosto che orientare l’organizzazione alla digitalizzazione, sottovalutando in tal modo l’importanza delle applicazioni, dei servizi web-based e della tecnologia mobile
  • tendano ad affidare le attività di analytics a persone di talento, capaci di cogliere  prontamente situazioni di disallineamento dei dati, capaci di gestire le criticità, di individuare le reali esigenze di business, piuttosto che ricorrere a una analisi metodologica dei dati raccolti.

In definitiva: abbiamo molta strada da fare.

Buona lettura!

L’impresa, 31 maggio 2017, estratto da pag. 103-114 – Ritorno all’industria, a firma di Fabrizio Carapellotti e Rossella Mariani

L’impresa, 31 maggio 2017, estratto da pag. 114 – Un piano per diventare più attrattivi, a firma Isabella Carapellotti e Umberto Guidoni

A quale livello di vita ci porterà il 2017?

Si sa che le previsioni sono sempre difficili, e devono passare il vaglio dell’affidabilità.

In particolare, per quanto concerne lo sviluppo del nostro sistema di vita, è facile lasciarsi trascinare dall’entusiasmo e immaginare un trend positivo, continuo e di entità rilevante. Ma i trend possono avere anche un brusco rallentamento o addirittura un’inversione.

Siamo convinti di essere alle porte di una grande rivoluzione della vita reale nel campo informatico e internet e smartphone. Ma secondo Robert J.Gordon (macroeconomista e storico della economia) l’impatto maggiore della rivoluzione informatica c’è già stato. E:

  • anche se le misurazioni ufficiali della crescita economica sottovalutassero la portata reale del progresso futuro, non tenendo conto della reale misura dei benefici economici che saranno ottenuti, va tenuto presente che questo errore c’è sempre stato e forse lo è stato di portata anche maggiore. Per cui, una tale considerazione non modificherebbe, in termini previsionali, la conclusione che l’impatto maggiore sia già avvenuto;
  • anche ammettendo di essere in procinto di assistere a un cambiamento realmente rivoluzionario, probabilmente con l’intelligenza artificiale, o in qualche campo biologico, o con nuove tecnologie informatiche e telecomunicazioni, tale cambiamento non potrà essere comunque all’altezza di quello avvenuto fra gli anni 1870 e il 1970 con l’elettricità, i sistemi igienico-sanitari urbani, la chimica, la farmaceutica, il motore a combustione interna e la comunicazione moderna.

Ma se Gordon prevede una stagnazione del tenore di vita, per contro:

  • Avanade (fornitore di servizi digital cloud innovativi, soluzioni di business e di experience design) formula per il 2017 previsioni tecnologiche di sviluppo per:
    • applicazioni e piattaforme per migliorare le interazioni con la forza lavoro, clienti e partner:  sono le tecnologie di realtà aumentata (AR), virtuale (VR) e mista (MR), che aumentano l’esperienza umana. (Esempio di AR: l’operatore che viene guidato visivamente passo-passo nell’operazione di riparazione o installazione, in modo da aumentare la produttività e ridurre i rischi);
    • il design thinking, che visualizza prima l’esperienza finale e poi utilizza le tecnologie per realizzare quella visione, in un coinvolgimento continuo uomo-macchina;
    • il passaggio da un focus sull’acquisizione dei dati alla intelligence dei dati: il che significa intelligenza artificiale applicata e apprendimento automatico.

Tutto questo implicherà nuove complessità etiche, da risolvere per salvaguardare la fiducia e le aspettative di clienti e dipendenti (link).

  • Il rapporto EP Vantage Pharma & Biotech elenca le prospettive del mondo del farmaco per il prossimo anno, nonostante ritenga che siano tempi difficili per l’innovazione (ci si aspetta che la produttività della ricerca e sviluppo potrebbero segnare il passo): questa dovrebbe riguardare, oltre i settori oncologico e cardiovascolare, l’uso di tecniche CART-T di chimeric antigen receptor (per il linfoma aggressivo e refrattario) CRISPR-Cas 9 di gene editing (link).
  • STAMPA 3d (link) prevede un boom per la tecnologia della stampa 3D e 3DHSS (stampa ad alta velocità). Questo consentirebbe la rapida realizzazione di parti multiple tramite un processo di sinterizzazione, una tecnologia che combina il processo di fusione della polvere letto con la tecnologia a getto d’inchiostro.
  • E se l’obiettivo primario del Retail è stato per anni la massimizzazione delle vendite (link) con creazione di store e l’e-commerce, avendo il nuovo  approccio digitale e mobile-first dei consumatori modificato il loro comportamento, negozi e brand devono rispondere con la creazione di nuovi prodotti, servizi ed esperienze, tecnologie nel proprio front-end. Ecco le aree di investimento: pagamenti innovativi, attività e sistemi di Accettazione couponing e Loyalty, casse evolute, applicazioni per la Realtà aumentata, vetrine intelligenti e indoor positioning, monitoraggio clienti in store, Intelligent Transportation Systems, sistemi di tracciamento tramite RFID.

Si tratterà di innovazioni di portata diversa da quella del periodo citato da Gordon, ma resta comunque un rilevante passo avanti nella tecnologia e nelle relazioni umane. Ciò non di meno, per il futuro il macroeconomista prevede una “stagnazione” del tenore di vita.

Buona lettura!

Da: “Il sole 24 ore” del  27 dicembre 2016, estratto da pag. 1.20. Titolo originale: “Il progresso ideale e la vita reale: scenari 2017”,  a firma: Paul Krugman (link).

Formazione X la Persona

L’evoluzione straordinaria della tecnologia con la quale stiamo convivendo sta evidenziando i limiti dei modelli e valori sui quali sinora siamo stati formati, il che impone una riprogettazione urgente dei processi educativi e formativi, un adeguamento dei processi politici e scioculturali, sia a livello personale che di comunità.

Questa riflessione si accompagna a un’altra: Piero Domenici, nell’articolo citato a fondo pagina, annota che “il rischio in questa società ipercomplessa è che ci si concentri esclusivamente sulla dimensione tecnologica e applicativa dei problemi e si trascurino i riflessi che questa ha sulle persone, sul sistema relazionale e sul contesto educativo e culturale.

Pertanto, il focus della formazione va spostato sulla educazione critica alla complessità e alla responsabilità, sia a livello di individuo che della società in cui questo si muove. Non ci si può limitare alla visione della “educazione digitale” (sia pure nel senso più esteso di questi due termini). Occorre andare oltre il saper fare, entrare nel campo del rapporto educazione-cittadinanza, ricomporre cioè il divario fra l’umano e il tecnologico, sì che la “macchina” includa e non escluda l’uomo, le competenze non escludano le conoscenze, la cultura scientifica non escluda quella umanistica.

Il tema della necessità di aggiornare il modello della formazione lo ritroviamo in un altro articolo (citazione a fondo pagina) che prende spunto dalla revisione del modello di istruzione in Finlandia: l’autore rileva come questo modello abbia spostato il perno su “un apprendimento basato sui problemi, guidando gli studenti ad affrontare la questione con i saperi delle singole materie”. Agli studenti viene insegnato come affrontare un progetto: la didattica viene svolta attorno a problemi reali e il metodo per affrontarli (Monica Guerra del Dipartimento di Scienze umane, Università di Milano Bicocca) è quello di “farsi buone domande e ricostruire risposte corrette”, il che vuol dire affrontare i problemi con flessibilità, ricorrendo a competenze trasversali alle varie materie tradizionali, che diventano unicamente contenitori di strumenti di analisi.

Un buon Coach conosce come la progettualità individuale non sia solo azione, ma apprendimento, visione complessiva della propria vita, affinché l’evoluzione professionale abbracci costantemente la crescita personale in perfetto stile egologico.

Buona lettura!

Da: “Il sole 24 ore” del  11 dicembre 2016, estratto da pag. 12. Titolo originale: “Educare alla cultura della complessità”  a firma: Piero Domenici

Da: “Il sole 24 ore” del  11 dicembre 2016, estratto da pag. 12. Titolo originale: “Il dissolvimento delle materie”  a firma: P.Sol.