Droni e Micro-distribuzione

Droni e Microdistribuzione: non è fantascienza. Parliamo di un futuro prossimo, destinato a cambiare per sempre la nostra mobilità. Segnaliamo un appassionante articolo apparso su Affari e Finanza il 18 gennaio dal titolo “Le web company temono di perdere il volo” (e.l.): L’articolista descrive con competenza come Amazon, Google, Intel e Facebook stiano lavorando intensamente su progetti avveniristici di micro-distribuzione.

Vi immaginate un acquisto in internet che viene recapitato a casa vostra nell’arco di 30 minuti da un drone via aerea? È quanto sta per accadere: “se i problemi tecnologici si possono risolvere velocemente” afferma il numero uno di Amazon “più seri sono quelli regolatori”; Dave Vos, responsabile di “project wing” – il programma di droni di Mountain View – gli fa eco: “per diventare operativi ci vorranno solo tra uno e tre anni”.

Intanto, il Governo degli Stati Uniti si sta impegnando a stendere un regolamento definitivo per disciplinare il settore dei “fattorini del cielo”: occorrono norme chiare e meccanismi operativi ben controllati per garantire a sicurezza del traffico aereo e non solo (stiamo parlando di piani anti-terrorismo).

Per tutti gli approfondimenti vi rimandiamo all’articolo della testata giornalistica. Per non rimanere troppo con i piedi per terra…

Professioni e pubblicità (non tanto occulta)

Sfogliando le pagine di un noto quotidiano nazionale sono incappato nella pubblicità a pagina intera della Professional Coaching Association.

Premetto che non sono iscritto (per ora, ma adesso mi sono incuriosito), dal momento che faccio parte di ICF GLOBAL (International Coach Federation) con la quale sto conseguendo l’accreditamento internazionale.

Il fatto che sul giornale vada la pubblicità di una professione è un fatto che merita attenzione: nel 2004 in Italia il 56% del reddito della famiglie veniva dal lavoro (di cui il 15,3% da liberi professionisti e imprenditori). Nel 2012 (i dati più aggiornati forniti da Banca d’Italia) è scesa al 10,9% la stessa percentuale dei redditi prodotti da liberi professionisti e imprenditori. Dunque, in un Paese che sta finalmente vedendo il primo segno “+” e spera nella ripresa, c’è una grande sofferenza da parte di una importante categoria di lavoratori.

Ed eccoli sul giornale in pubblicità!

La cosa mi fa piacere per alcuni motivi molto semplici:

. Stiamo parlando di una professione non costituita in albirecente al pari dei numerosi mestieri 2.0 del nuovo millennio

. E’ una professione che richiede importanti esperienze sul campo, non solo di natura manageriale. Chi è Coach conosce perfettamente una cosa, spesso sottovalutata oggi: la competenza ha un valore

. Occorre uno sforzo importante perché una nuova professione si affermi sul mercato, riuscendo a farsi individuare come soluzione a un problema esistente e sentito.

Credo che la formazione giochi un ruolo decisivo nella costruzione della employability delle persone, valore che nessuno può permettersi di lasciare nelle mani del proprio datore di lavoro. E la pubblicità di oggi evidenzia un altro fatto ugualmente importante: occorre un buon prodotto, sì, ma occorre anche saperlo mettere in vetrina.

I basic dell’innovazione

Questo post non commenta, ma vi riporta la visione di 3 capitani d’azienda che hanno presenziato al Teatro Grande di Brescia come ospiti del convegno Innovation Makes Wonder dei giovani imprenditori Aib.

Maurizio Arrivabene, team principal della Ferrari, ha raccontato la sua personale e “umile” visione dell’innovazione: «Per innovare con successo bisogna sapere mettere in pratica alcuni principi fondamentali. Comunicare sempre, assumendosi la responsabilità delle proprie decisioni, non delegare mai ad altri il proprio pensiero e guardare alle cose da prospettive diverse, ricordando che grandi idee spesso nascono da osservazioni semplici».

Marco Bonometti, presidente di Aib, a parlato dei “basic per un’azienda” nel confronto con Giovanni Tamburi della Tamburi Investment partners: “I fondamenti di un’impresa sono sempre gli stessi, i numeri e le somme sono sempre quelli, quel che conta è l’ultima riga del conto economico, perché se non guadagni non puoi fare innovazione”.

Oscar di Montigny, direttore marketing di Banca Mediolanum, ha espresso la sua visione di come le aziende possono crescere: “Bisogna dare al mondo ciò che desidera, non dobbiamo vendere a un mercato che non compra, ma a uno che domanda. Trovare cosa veramente il mercato vuole: questo è essere innovativi”.

Mi è capitato di incappare in un poster che raffigurava una lampadina, nel reception del servizio postale SDA. Se ricordo bene diceva: un’idea è buona solo se funziona.