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Cina-Italia: novità per le StartUp

Da “Il sole 24 ore” leggiamo e sintetizziamo due importanti articoli sulle StartUp:

H-Farm, alleanza con i cinesi di Qwos per esportare startup italiane”.

La piattaforma italiana di innovazione e acceleratore di imprese H-Farm e la cinese QWos – operatore nell’intermediazione di investimenti cinesi – hanno raggiunto una intesa finanziaria ( il “Marco Polo Accelerator Program”) per facilitare l’ingresso di start up italiane nel mercato cinese.

Il programma prevede:

  • entro fine anno, la selezione di 5-10 start up fra quelle candidate, che dovranno risultare già iscritte alla Camera di Commercio (la richiesta di partecipare alla selezione va presentata entro il prossimo 30 novembre)
  • per il prossimo anno, la realizzazione dell’accordo.

Mentre l’H-Farm provvederà alla preparazione e formazione delle imprese selezionate, la QWos cercherà gli investitori cinesi, “interessati a progetti altamente innovativi” (2,2 milioni di euro per ogni progetto e 4 investitori per ogni start up). QWos, inoltre, affiancherà le start up italiane nell’ingresso del mercato cinese. L’affiancamento agli startupper italiani si attuerà anche con la partecipazione di due studenti Mba della Tsinghua University.

Saranno favorite le start up che punteranno sulla “eccellenza made in Italy

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Sempre per restare in tema di rapporti Italia-Cina, da “Il Sole 24 ore” del 4.10.2016 vi segnaliamo un altro interessante articolo:

La Cina cerca idee? Maxi investimento sulle start up”.

L’articolo mostra l’andamento degli investimenti in start up effettuati dal governo cinese dal 2010 (9 milioni di dollari) al 2016 (142 milioni di dollari), con oltre 1.500 incubatori fondati in meno di due anni. Un boom di investimenti il cui scopo era quello di affiancare strategicamente, agli investimenti nell’industria nazionale, investimenti nelle PMI del tech. Nel primo semestre 2016, dai fondi venture capital – a fronte di una raccolta di fondi di capitale di rischio di circa 330 miliardi di dollari – sono stati investiti 37 miliardi di dollari in giovani aziende cinesi del settore tech. L’articolo cita i dati di pagamento online Ant Financial, del marchio hardware Xiaomi e Didi.

Il governo cinese, al fine di far crescere iniziative imprenditoriali, dal 2014 ad oggi ha promosso la nascita di 1600 piattaforme hi-tech (in Italia, pur senza voler fare raffronti che sarebbero assurdi, sono state 41).

Marco Mistretta (CEO di IngDan Italia) precisa che i terreni più fertili per le nostre imprese start up “sono il Food e il Fashion, senza trascurare comunque i settori di maggiore interesse realtà virtuale, robotica, intelligenza artificiale, gaming”.

Buona lettura!

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