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Il treno del Web: corre per tutti?

Non esiste la consapevolezza che ricorrere al digitale è diventato un aspetto della strategia aziendale ormai irrinunciabile.

Lo afferma Sandro Mangiaterra (Link), sulla base di quanto evidenziato da una indagine su 1200 imprese, di tutti i tipi, condotta da Pragma per conto di Registro.it: anche se il 91% delle imprese aventi da 1 a 9 addetti (il 95% delle imprese italiane) ritiene di primaria importanza la presenza sul web, pure non possiede un suo dominio e, dunque, neppure una adeguata strategia digitale. E questo le pone già in una posizione di debolezza rispetto alla concorrenza internazionale.

Ecco i dati emersi.

Il 67% delle imprese possiede almeno un dominio e solo il 5% ne ha più di uno. Ma a quale scopo esse lo utilizzano? La risposta: per leggere la posta (65%), per avere un indirizzo e-mail personalizzato e professionale (39%), per avere maggiore visibilità (34%), per fare comunicazione e marketing (15%). Solo il 27% utilizza Facebook (che ha 1,7 miliardi di utenti a livello planetario), mentre Linkelin e Twitter non superano il 35%.

Il fatto che il 33% delle aziende non utilizzi il web mette in discussione l’opportunità di lanciare Piani del tipo 4.0  (tra l’altro, ignoti al 79% degli intervistati) e relativi incentivi. Eppure, le aziende intervistate ritengono di possedere “un tasso di digitalizzazione aziendale sufficientemente avanzato, adeguato e a livello della concorrenza” e ritiene di destinare al digitale non più del 5% delle risorse disponibili.

Il 91% delle più piccole imprese italiane non ricorre all’e-commerce, l’86% non fa marketing e comunicazione online: come può comunicare efficacemente e fare “catena” con i suoi stakeholders?

Che il ricorso al digitale sia ormai un aspetto irrinunciabile per le imprese al fine di innovare, lo sottolinea anche Fabio Vaccarono (Link). La rete, scrive, è diventata ormai “la più grande infrastruttura orizzontale creata dall’uomo”, di cui modello di business e strategia produttiva devono assolutamente tener conto per rapportarsi col mercato.

Quello che era una nicchia di mercato locale, con la rete ha l’opportunità di diventare un “grandissimo” mercato. Non c’è la consapevolezza che una micro impresa (di qualunque tipo di business) può diventare, senza grandi investimenti strutturali, “una micro-multinazionale ed essere visibile in ogni luogo del pianeta”.

Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Unioncamere e la stessa Google sono impegnate in progetti per formare la consapevolezza e le capacità operative necessarie per utilizzare la rete in modo funzionale alla strategia aziendale, rilanciare l’economia e ridurre la disoccupazione.

Buona lettura!